In un recente sviluppo che ha colto di sorpresa il mondo della tecnologia e dell'Intelligenza Artificiale, OpenAI è finita sotto i riflettori per alcuni dei suoi materiali promozionali che non rifletterebbero accuratamente le capacità reali delle sue applicazioni. Una di queste clip, realizzata utilizzando Sora e diventata virale nelle ultime settimane, è stata rivelata contenere un lavoro di post-produzione ben più esteso di quanto inizialmente dichiarato.
La clip in questione, dal titolo “Air Head”, ha riscosso grande successo online ma, secondo quanto dichiarato da Patrick Cederberg, direttore creativo dello studio di produzione Shy Kids, la realizzazione del video ha richiesto un'intensa post-produzione. Ciò comprendeva l'impiego di Adobe AfterEffects per aggiungere elementi non presenti nella scena originale, modificare i colori e correggere i tempi per ottimizzare la fluidità della riproduzione, smentendo così le affermazioni iniziali di un prodotto generato interamente da IA senza l'ausilio dell'intervento umano.
Questa rivelazione mette in luce le sfide e i limiti nell'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale nella creazione di contenuti e solleva nuovamente questioni sulla trasparenza e sull'onestà nelle campagne pubblicitarie di tecnologie emergenti. Non è la prima volta che si verificano episodi simili nell'industria tecnologica; in passato, anche giganti come Google hanno affrontato critiche simili, ad esempio, con la presentazione del suo progetto Gemini.
Nonostante le controversie, i contributori al progetto non mancano di sottolineare la potenza e le potenzialità di Sora, pur evidenziando che il cammino verso una rappresentazione autentica e trasparente dell'impiego dell'Intelligenza Artificiale richiede ancora impegno e integrità. L'episodio offre pertanto l'opportunità di riflettere sull'importanza della chiarezza nella presentazione delle innovazioni tecnologiche al pubblico.
