LinkedIn addestra l'IA sui dati degli utenti

LinkedIn addestra l'IA sui dati degli utenti

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LinkedIn utilizza i dati degli utenti per addestrare modelli di intelligenza artificiale generativa senza aver richiesto il loro consenso esplicito. La piattaforma ha introdotto una nuova impostazione sulla privacy e un modulo di opt-out prima di aggiornare la propria politica sulla privacy, che ora include l'utilizzo dei dati per l'addestramento di modelli AI.

Questa mossa solleva importanti questioni etiche e di trasparenza nell'uso dei dati personali per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale. LinkedIn afferma di utilizzare l'AI generativa per funzionalità come l'assistente di scrittura, ma il fatto che gli utenti siano stati automaticamente inclusi senza essere informati ha suscitato preoccupazioni.

Come disattivare l'utilizzo dei propri dati

Gli utenti possono revocare il permesso di utilizzare i loro dati per l'addestramento dell'AI seguendo questi passaggi: 1. Accedere alle impostazioni dell'account LinkedIn 2. Aprire la scheda "Privacy dei dati" 3. Cliccare su "Dati per il miglioramento dell'AI generativa" 4. Disattivare l'opzione

LinkedIn precisa che la disattivazione impedirà l'uso futuro dei dati per l'addestramento dei modelli, ma non influirà sull'addestramento già avvenuto. La piattaforma afferma inoltre di utilizzare "tecnologie per migliorare la privacy per rimuovere o cancellare i dati personali" dai set di dati di addestramento.

LinkedIn ha introdotto l'opt-out senza informare gli utenti.

Ulteriori misure per proteggere i propri dati

Per escludere completamente i propri dati dall'addestramento di tutti i tipi di modelli di apprendimento automatico utilizzati da LinkedIn, inclusi quelli per la personalizzazione e la moderazione, gli utenti devono compilare anche il "LinkedIn Data Processing Objection Form".

È importante notare che LinkedIn non addestra i suoi modelli sui dati degli utenti residenti nell'Unione Europea, nello Spazio Economico Europeo o in Svizzera, probabilmente per conformarsi alle normative sulla privacy più stringenti in quelle regioni.

Il contesto più ampio dell'uso dei dati per l'AI

La mossa di LinkedIn si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sull'uso dei dati degli utenti per addestrare modelli di AI. Recentemente, Meta (la società madre di Facebook) ha ammesso di aver utilizzato dati non privati degli utenti per l'addestramento di modelli a partire dal 2007.

Queste rivelazioni sollevano importanti questioni sulla trasparenza e sul consenso informato nell'era dell'intelligenza artificiale. Gli utenti delle piattaforme social si trovano sempre più spesso a dover navigare complesse impostazioni sulla privacy per proteggere i propri dati, mentre le aziende tecnologiche cercano di sfruttare queste informazioni per sviluppare tecnologie AI sempre più avanzate.

Implicazioni per gli utenti e per l'industria

L'approccio di LinkedIn solleva diverse questioni: 1. Trasparenza: Le aziende dovrebbero informare chiaramente gli utenti sull'uso dei loro dati per l'addestramento dell'AI. 2. Consenso: L'opt-in automatico è una pratica accettabile per questo tipo di utilizzo dei dati? 3. Controllo dei dati: Gli utenti dovrebbero avere maggiore controllo su come vengono utilizzate le loro informazioni. 4. Regolamentazione: C'è bisogno di norme più chiare sull'uso dei dati degli utenti per lo sviluppo dell'AI?

Queste pratiche potrebbero portare a una crescente sfiducia degli utenti verso le piattaforme social e spingere verso una regolamentazione più stringente del settore. D'altra parte, l'accesso a vasti set di dati è fondamentale per lo sviluppo di modelli AI avanzati, che possono portare a miglioramenti significativi nei servizi offerti.

Il futuro dell'uso dei dati per l'AI

È probabile che in futuro vedremo un dibattito sempre più acceso su come bilanciare l'innovazione tecnologica con la protezione della privacy degli utenti. Le aziende potrebbero essere spinte a: - Adottare politiche di opt-in esplicito per l'uso dei dati nell'addestramento AI - Fornire maggiore trasparenza sui tipi di dati utilizzati e sugli scopi specifici - Offrire agli utenti strumenti più granulari per controllare l'uso dei propri dati - Implementare tecniche di privacy preserving machine learning per proteggere meglio le informazioni personali

Nel frattempo, gli utenti dovrebbero essere più consapevoli delle politiche sulla privacy delle piattaforme che utilizzano e prendere decisioni informate su come gestire i propri dati online.

Conclusioni

La decisione di LinkedIn di utilizzare i dati degli utenti per addestrare modelli AI senza un consenso esplicito evidenzia le sfide etiche e pratiche che l'industria tecnologica deve affrontare nell'era dell'intelligenza artificiale.

Mentre le aziende cercano di sfruttare il potenziale dell'AI per migliorare i loro servizi, è fondamentale che lo facciano in modo trasparente e rispettoso della privacy degli utenti. Il caso LinkedIn potrebbe servire come catalizzatore per un dibattito più ampio su come gestire l'uso dei dati personali nell'era dell'AI, portando potenzialmente a nuove normative e best practice per l'industria.

Gli utenti, d'altra parte, devono rimanere vigili e informati sulle politiche delle piattaforme che utilizzano, esercitando il proprio diritto di controllare come vengono utilizzati i loro dati. Solo attraverso un dialogo aperto e una collaborazione tra aziende, utenti e regolatori sarà possibile trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione della privacy nell'era dell'intelligenza artificiale.

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