Renée DiResta: la propaganda della nuova era digitale

Renée DiResta: la propaganda della nuova era digitale

> La ex manager del Stanford Internet Observatory parla del suo nuovo libro sulla propaganda digitale e di come è diventata nota come ‘CIA Renée’…

La propaganda online è un fenomeno in rapida evoluzione che sta trasformando profondamente il panorama dell'informazione e della comunicazione politica. Renée DiResta, esperta di manipolazione online, ha condotto importanti ricerche in questo campo, guidando nel 2018 un'indagine del Senato USA sulle attività dell'Internet Research Agency russa.

Nel suo nuovo libro "Invisible Rulers", DiResta analizza come la propaganda si sia adattata all'era dei social media e dell'intelligenza artificiale, delineando un quadro complesso in cui chiunque può diventare un propagandista grazie alle nuove tecnologie.

La trasformazione della propaganda nell'era digitale

Secondo DiResta, la propaganda ha subito cambiamenti fondamentali negli ultimi anni:

  • È diventata partecipativa: il pubblico può amplificare attivamente i messaggi
  • È emersa la figura dell'influencer come nuovo attore chiave
  • Gli algoritmi dei social media giocano un ruolo cruciale nella diffusione dei contenuti

"Un propagandista è un individuo o un'entità che usa deliberatamente e sistematicamente tecniche come il framing o la manipolazione sottile delle informazioni per promuovere una visione del mondo o spingere un'agenda particolare", spiega DiResta.

Oggi questo ruolo può essere ricoperto virtualmente da chiunque abbia accesso ai social media e a una rete di follower appassionati. Il confine tra attivismo e propaganda è diventato sempre più sfumato.

La propaganda è informazione con un'agenda che serve gli interessi del creatore.

Il ruolo chiave degli influencer e degli algoritmi

DiResta evidenzia l'importanza della "triade influencer-algoritmo-folla" nella diffusione della propaganda online:

  • Gli influencer devono produrre contenuti appetibili per l'algoritmo
  • L'algoritmo seleziona e amplifica certi contenuti rispetto ad altri
  • La folla di follower contribuisce alla viralizzazione dei messaggi

"Gli influencer producono contenuti sia per il loro pubblico che per l'algoritmo", sottolinea DiResta. "Devono essere consapevoli di come funziona la curation algoritmica per ottenere visibilità".

L'interazione tra vecchi e nuovi media

Nonostante l'avvento dei social, i media tradizionali continuano a giocare un ruolo importante:

  • Coprono sempre più spesso ciò che accade online
  • Possono amplificare voci e rumor nati sui social
  • Si verifica il fenomeno del "trading up the chain": una notizia passa dai social ai media di parte fino ai grandi network

"I media tradizionali e quelli online non sono separati, interagiscono costantemente", afferma DiResta.

L'impatto dell'intelligenza artificiale

L'avvento dell'IA generativa sta cambiando ulteriormente lo scenario:

  • Riduce a zero i costi di creazione di contenuti convincenti (testi, immagini, video)
  • Permette a chiunque di produrre grandi quantità di materiale propagandistico
  • La distribuzione e l'impatto di questi contenuti restano però limitati al momento

DiResta sottolinea che, nonostante il potenziale dirompente dell'IA, "non stiamo ancora vedendo un impatto reale di questi account automatizzati nelle conversazioni online, soprattutto per quanto riguarda i testi".

Come contrastare la propaganda online

Secondo DiResta, la chiave per contrastare la propaganda è educare il pubblico sul suo funzionamento:

  • Spiegare i meccanismi di creazione e diffusione dei contenuti propagandistici
  • Mostrare come funzionano le tattiche manipolative
  • Formare consumatori di informazione più consapevoli

"Se mostri alle persone come funziona un trucco magico, lo ricorderanno per sempre", afferma DiResta. "Lo stesso vale per la propaganda: dobbiamo spiegare come funziona per renderla meno efficace".

Le sfide future: il caso delle elezioni USA

Guardando al futuro, DiResta esprime preoccupazione per le prossime elezioni presidenziali americane:

  • Gli eventi del 6 gennaio 2021 hanno polarizzato ulteriormente il dibattito
  • Le teorie del complotto sono diventate mainstream in molti ambienti politici
  • C'è il rischio che alcuni attori usino tattiche manipolative ritenendo che "il fine giustifichi i mezzi"

"La mia preoccupazione è che le persone saranno disposte a usare tattiche manipolative perché la posta in gioco è vista come esistenzialmente alta", avverte DiResta.

L'esperienza personale di DiResta

DiResta stessa è stata vittima di campagne diffamatorie online, venendo etichettata come "CIA Renée" da teorici del complotto:

  • Il suo lavoro di ricerca è stato travisato come parte di una cospirazione
  • Un breve stage alla CIA da studentessa è stato usato per insinuare legami attuali con l'agenzia
  • Blogger e influencer hanno amplificato queste false accuse

"Attaccare il messaggero è una tattica diffamatoria consolidata", spiega DiResta. "Nel mio caso, un granello di verità è stato sfruttato per insinuare una falsa affiliazione attuale con la CIA".

Lezioni dall'esperienza dello Stanford Internet Observatory

DiResta trae importanti lezioni dalla chiusura dello Stanford Internet Observatory, di cui faceva parte:

  • Le istituzioni sono spesso impreparate a riconoscere e rispondere ad attacchi politici mirati
  • È necessario comunicare attivamente per contrastare campagne di disinformazione
  • Servono nuovi approcci per gestire le crisi nell'era dei social media

"Le istituzioni hanno bisogno di nuovi manuali per affrontare queste sfide", conclude DiResta. "Comunicare sugli attacchi richiama l'attenzione su di essi, ma è necessario per contrastarli efficacemente".

In conclusione, il lavoro di Renée DiResta offre spunti preziosi per comprendere l'evoluzione della propaganda nell'era digitale e le sfide che pone alla democrazia. La consapevolezza e l'educazione del pubblico emergono come strumenti fondamentali per navigare in un panorama informativo sempre più complesso e manipolabile.


La propaganda, un termine che oggi assume connotazioni ampiamente negative, ha radici storiche che si perdono nella notte dei tempi. Le sue origini possono essere fatte risalire all'antica Grecia, dove già Aristotele parlava dell’arte della retorica come uno strumento per persuadere gli ascoltatori durante discourse pubblici. In seguito, nella Roma antica, figure come Giulio Cesare utilizzavano attivamente tecniche propagandistiche per consolidare il proprio potere e influenzare l’opinione pubblica attraverso pregevoli opere come "De Bello Gallico".

Uno dei pionieri moderni della propaganda sistematica fu certamente Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, che nei primi anni del XX secolo applicò principi di psicologia di massa per organizzare efficaci campagne di influenza pubblica. Bernays superò il concetto di semplice pubblicità, intuendo il potenziale dei media emergenti dell'epoca, come la radio e i giornali, che potevano essere sfruttati per plasmare il subconscio collettivo.

"Le parole possono essere come sottili frecce; penetrano, formano e possono anche distruggere," scrisse Bernays nel suo trattato sulla propaganda.

Ma è forse con l'avvento della televisione e, successivamente, di internet e dei social media, che la propaganga ha subito le sue trasformazioni più radicali. Mentre un tempo i mezzi a disposizione limitavano il raggiungimento delle masse a una élite comunicativa, oggi quasi ogni individuo può trasmettere il proprio messaggio a un pubblico globale. Questo scenario ha contribuito a democratizzare la capacità di fare propaganda, ma ha anche incrementato esponenzialmente le sfide legate alla discernibilità delle informazioni autentiche dalle manipolazioni.

Le trasformazioni mediatiche degli ultimi decenni hanno potenziato l'efficacia della propaganda, rendendo sempre più sfocati i confini tra informazione, disinformazione e persuasione. Un’esemplificazione calzante di questo fenomeno è data dall'uso degli "influencer", figure diventate centrali nel marketing digitale moderno, che possono veicolare messaggi commerciali o ideologici con una facilità e una capillarità che in passato sarebbero state impensabili.

Curiosamente, mentre le tattiche si sono evolute, l'obiettivo segreto della propaganda rimane costante: influenzare l'opinione pubblica per fini politici, commerciali, o persino personali. Con l'avvento dell'intelligenza artificiale, gli strumenti propagandistici stanno diventando ancora più sofisticati, capaci di generare testi, immagini e video estremamente convincenti, amplificando ulteriormente le problematiche legate alla veridicità e alla manipolazione delle informazioni.

Storico è il caso in cui le prime strategie "bot" su piattaforme come Twitter durante le elezioni, evidenziavano quanto fossimo inermi davanti alla potenza di nuove tecnologie applicate alla disinformazione. Questo ci costringe a riflettere su come gli insegnamenti della storia possano essere utilizzati per forgiare una società digitale più resiliente e informata, partendo dall'essenziale comprensione di come funzionano le moderne dinamiche propagandistiche.

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