Regolamentazione AI: cosa può imparare la NZ dall'UE

Regolamentazione AI: cosa può imparare la NZ dall'UE

> L'intelligenza artificiale permea molte attività, ma il suo sviluppo è guidato più da interessi commerciali che da scelte politiche o legislative.

L'intelligenza artificiale (IA) sta diventando sempre più presente nella nostra vita quotidiana, influenzando settori come il lavoro, l'istruzione, i viaggi e il tempo libero. Tuttavia, il suo rapido sviluppo è stato guidato principalmente da interessi commerciali piuttosto che da scelte politiche o legislative ponderate.

Questa situazione ha sollevato crescenti preoccupazioni riguardo all'impatto dell'IA sui diritti umani individuali e collettivi, come la privacy e la libertà di espressione, oltre che sulla proprietà intellettuale. Di conseguenza, sono state avviate numerose iniziative regolatorie a livello globale, regionale e nazionale.

Tra queste, spicca l'Artificial Intelligence Act dell'Unione Europea, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo mese. Questo atto normativo rappresenta un passo avanti significativo rispetto alle precedenti iniziative, proponendo un quadro regolatorio completo che include anche un regime di applicazione e sanzioni.

L'impatto globale dell'AI Act europeo

Sebbene alcune aziende neozelandesi potrebbero dover adeguarsi a specifici requisiti di conformità (se i loro prodotti sono disponibili sul mercato UE o influenzano persone nell'UE), l'importanza più ampia dell'atto risiede nella sua influenza sulle norme globali.

L'Unione Europea rappresenta il più grande mercato unico mondiale ed è un punto di riferimento per gli standard internazionali. Considerando anche i legami più stretti che si stanno forgiando attraverso l'Accordo di libero scambio Nuova Zelanda-UE, è fondamentale per la Nuova Zelanda monitorare attentamente questi sviluppi normativi.

L'EU AI Act può essere considerato come una legislazione sulla sicurezza dei prodotti.

Il suo obiettivo principale è proteggere le persone dai danni e promuovere un uso affidabile e sicuro dell'IA. La struttura centrale si basa su un quadro di valutazione del rischio, con requisiti graduati in base al livello di rischio identificato.

Sistemi IA ad alto rischio e divieti

I sistemi di IA ad alto rischio (ad esempio quelli utilizzati nell'occupazione, nell'istruzione e nelle infrastrutture critiche) saranno soggetti a una valutazione di conformità. I fornitori dovranno dimostrare il rispetto di requisiti come la trasparenza e la sicurezza informatica. La maggior parte di questi sistemi dovrà essere registrata in un database pubblico.

Di particolare interesse a livello globale sono le decisioni riguardanti il divieto di alcuni tipi di IA, classificati come "rischio inaccettabile". Questi divieti includeranno:

  • Sistemi di punteggio sociale
  • Scraping di immagini
  • La maggior parte dei tipi di riconoscimento delle emozioni
  • Categorizzazione biometrica
  • Applicazioni di polizia predittiva

Tuttavia, nonostante le pressioni dei gruppi per le libertà civili, la normativa non prevede un divieto completo della sorveglianza biometrica remota in tempo reale, come la tecnologia di riconoscimento facciale dal vivo. Sono infatti previste significative eccezioni per scopi di applicazione della legge.

Implicazioni per l'innovazione

C'è un acceso dibattito su quale approccio normativo possa meglio promuovere l'innovazione nel campo dell'IA. Alcuni sostengono che l'approccio dell'UE potrebbe soffocare l'innovazione, mentre altri ritengono che regole chiare e certe forniscano una base solida per investimenti e sviluppo.

L'approccio dell'UE si basa sull'idea che la fiducia dei consumatori nei sistemi e la certezza della qualità possano favorire un maggiore utilizzo dell'IA sia in ambito commerciale che nei servizi pubblici.

Lezioni per la Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda presenta significative lacune nel suo regime normativo che potrebbero ostacolare l'innovazione e minare la fiducia del pubblico nell'IA. Tra queste:

  • Un regime di protezione della privacy e dei dati relativamente debole
  • Mancanza di canali accessibili per individui e comunità per conoscere l'uso dell'IA o sollevare reclami sul suo impatto
  • Assenza di meccanismi di applicazione o sanzione robusti
  • Un quadro legislativo obsoleto per la sorveglianza statale

Senza un quadro normativo solido e incentrato sulle persone, l'adozione e la fiducia nell'IA potrebbero essere compromesse. Sebbene la Nuova Zelanda abbia un contesto sociale e culturale unico che richiede un approccio su misura, i concetti e il quadro dell'EU AI Act forniscono una base solida per una regolamentazione dell'IA centrata sulle persone.


L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo con il mondo che ci circonda. Ad oggi, questa tecnologia trova applicazione in innumerevoli settori, rendendola una delle innovazioni più significative del nostro tempo. Ma cosa ha scatenato questa rapida adozione e sviluppo?

Il concetto di intelligenza artificiale non è nuovo. Fu John McCarthy, un informatico influente, a coniare il termine nel 1956 durante la conferenza di Dartmouth, che marcò l'inizio formale della ricerca sull'IA. Da allora, l'IA ha attraversato diverse 'stagioni', alternando periodi di intensa attività e innovazione, a momenti di stallo soprannominati "inverni dell'IA" a causa della diminuita fiducia e dei fondi ridotti.

“Ogni aspetto della nostra vita quotidiana sarà trasformato dall'intelligenza artificiale, e l'AI avrà più impatto sulla nostra vita rispetto al fuoco o all'elettricità.” — AI Visionaries

Inizialmente, l'IA operava su regole e logiche molto rigide, adattandosi difficilmente ai compiti che richiedono un'interpretazione complessa. Il forte sviluppo degli ultimi anni si deve soprattutto alla crescita dell'apprendimento automatico e delle reti neurali, che simulano il funzionamento del cervello umano e procurano sistemi capaci di apprendere e migliorarsi autonomamente. Questi sviluppi hanno permesso all'IA di eccellere in compiti come il riconoscimento del linguaggio naturale e il processamento delle immagini, aprendo la strada a nuove straordinarie applicazioni.

La serialità e la commercializzazione dell'intelligenza artificiale sono ora facilitate dall'espansiva disponibilità di dati e dalla crescente potenza di calcolo. Le grandi aziende technology, come Google, Amazon e Facebook, sono in prima linea nel trasformare le ricerche di laboratorio in prodotti pragmatici e influenti.

Da un punto di vista storico, l'IA ha anche suscitato preoccupazioni riguardanti la soppiantazione dei lavori umani, decisioni non trasparenti, e la possibile creazione di nuove forme di disparità. La rappresentazione della sfida etica associata all'IA è vividamente rappresentata in molte opere di fantascienza, come il celebre film “Blade Runner”, dove gli androidi mostrano emozioni e coscienza, alimentando questioni complesse sulla natura della vita e dell'intelligenza.

Mentre l'IA continua a evolversi, il dibattito sui suoi benefici e rischi probabilmente crescerà. La storia ci insegna che le tecnologie rivoluzionarie portano grandi cambiamenti e altrettanti grandi responsabilità. L'adozione massiccia dell'IA richiederà un equilibrio delicato tra incentivazione dell'innovazione e mitigazione dei rischi attraverso regolamentazioni ponderate e efficaci.

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