La ricerca evidenzia differenze geografiche significative: l'Asia mostra un maggiore ottimismo, mentre i Paesi anglosassoni e l'Europa appaiono più scettici. Sorprendentemente, l'AI è percepita come meno discriminatoria rispetto agli esseri umani in quasi tutti i Paesi coinvolti nello studio.
Tuttavia, cresce la preoccupazione che l'intelligenza artificiale possa amplificare la disinformazione online, con il 37% degli intervistati che esprime questo timore.
Generazioni a confronto
La familiarità con l'AI varia significativamente tra le generazioni. I più giovani mostrano una maggiore conoscenza: il 72% della Generazione Z dichiara di avere una buona comprensione della tecnologia, contro il 58% dei Baby Boomers.
L'impatto dell'AI sul lavoro genera sentimenti contrastanti: il 37% crede che migliorerà la propria occupazione, mentre il 36% teme che possa sostituire il proprio impiego nei prossimi anni.
Questi risultati evidenziano la necessità di un dialogo aperto e costruttivo sul futuro dell'intelligenza artificiale, bilanciando opportunità e sfide per garantire un'integrazione responsabile di questa tecnologia nella società.