Crisi nell'open source: l'UE taglia i fondi

Crisi nell'open source: l'UE taglia i fondi

> Tagli ai fondi UE per FOSS: attivisti preoccupati per il futuro dei progetti. Gibello di OW2 chiede interventi per salvaguardare le iniziative open source in corso.

Gli attivisti del software libero e open source (FOSS) lanciano l'allarme sulla drastica riduzione dei finanziamenti previsti per il settore nel programma Horizon 2025 dell'Unione Europea. Pierre-Yves Gibello, CEO del consorzio open source OW2, ha inviato una lettera aperta ai funzionari UE chiedendo di riconsiderare il taglio dei fondi all'iniziativa Next Generation Internet (NGI).

La decisione dell'UE di ridurre il sostegno economico al FOSS preoccupa gli esperti del settore, che vedono in questo tipo di software uno strumento fondamentale per proteggere gli interessi europei nell'economia digitale globale. Gibello sottolinea come Stati Uniti, Cina e Russia stiano investendo massicciamente per acquisire dati personali dei consumatori, una pratica che l'UE intende limitare sul proprio territorio.

L'importanza del FOSS per l'innovazione europea

Gibello evidenzia il ruolo cruciale delle comunità di programmatori europee nell'innovazione tecnologica: "Contrariamente all'opinione comune, le innovazioni tecniche hanno spesso origine dalle comunità di programmatori europee piuttosto che da quelle nordamericane e sono per lo più iniziate da organizzazioni di piccole dimensioni".

Il software FOSS è fondamentale per proteggere gli interessi europei dall'economia che si nutre di dati cresciuta altrove.

L'iniziativa NGI ha recentemente pubblicato un rapporto che conferma l'efficacia dei finanziamenti Horizon nel sostenere progetti open source di base. Il 57% di oltre 1.000 progetti finanziati offre alternative valide alle soluzioni di mercato esistenti, mentre il 74% continua a operare anche dopo la fine del finanziamento.

Impatto sulla conformità normativa

Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il supporto che i progetti NGI forniscono per l'implementazione delle normative europee. Più di un terzo dei programmi finanziati contribuisce alla conformità con il GDPR e il Cyber Resilience Act, mentre il 23% è coinvolto nell'attuazione del Digital Services Act e del Digital Markets Act.

Gibello esprime preoccupazione per il futuro di queste iniziative: "Se si guarda al [piano di lavoro precedente], sono stati allocati 27 milioni di euro, dieci volte di più". Il nuovo piano prevede invece di finanziare solo 15 progetti con circa 2 milioni di euro, una riduzione drastica rispetto al passato.

Sebbene i progetti NGI in corso continueranno ad essere finanziati attraverso il NGI Zero Commons Fund di NLnet per i prossimi anni, il futuro a lungo termine del sostegno al FOSS nell'UE rimane incerto. Gibello conclude: "O abbiamo successo nel fare lobbying per NGI nel 2026 e oltre, o non ci saranno più (quasi) finanziamenti – o al di fuori dei programmi UE".

La comunità FOSS europea si trova quindi di fronte a una sfida importante: convincere le istituzioni UE a riconsiderare l'importanza strategica del software libero e open source nel panorama digitale globale e garantire un adeguato sostegno finanziario per il futuro.

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